Articolo aggiornato il 24 Marzo 2023
L’osteoporosi è una malattia che colpisce l’apparato scheletrico, causando debolezza e fragilità delle ossa.
La conseguenza principale dell’osteoporosi è l’aumento del rischio di fratture.
Nei soggetti più anziani ciò comporta una diminuzione della qualità della vita.
In Italia circa 5 milioni di persone sono affette da osteoporosi e l’incidenza della malattia aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età.
Ecco quello che devi sapere.
Indice
Che cos'è l'osteoporosi?
L’osteoporosi è una malattia dell’apparato scheletrico che comporta una diminuzione della densità minerale ossea e un progressivo deterioramento dell’intero tessuto osseo.
Più semplicemente, rende le ossa estremamente fragili e, per questo motivo, più soggette a fratture.
Il termine osteoporosi significa letteralmente “osso poroso”, in relazione all’aspetto “bucherellato” delle ossa colpite da questa malattia.
In seguito alla loro fragilità, le ossa possono rompersi anche in seguito a traumi di minima entità e coinvolgono maggiormente le vertebre, il femore, l’omero e le ossa del polso e della caviglia.
Esistono due tipologie di osteoporosi:
- primaria, o primitiva/originale: colpisce le persone anziane (osteoporosi senile) e le donne nel periodo dopo la menopausa (osteoporosi post-menopausale). Molto raramente si manifesta senza apparente motivo, anche in età giovanile. Riguarda il 95% dei malati.
- secondaria: è causata da fattori esterni, come altre patologie (morbo di Crohn, celiachia, fibrosi cistica ecc…) o l’assunzione di farmaci osteopenizzanti per un periodo di tempo lungo.
Le fratture causate dall’osteoporosi possono causare disabilità motoria e, nei casi più gravi, la morte del malato.
Ciò la rende una malattia particolarmente grave sia dal lato umano, sia da quello sanitario, a causa dei costi elevati richiesti dall’assistenza medica.
Le cause di questa malattia
La causa principale dell’osteoporosi è l’invecchiamento.
Devi sapere che il tessuto osseo è costantemente sottoposto a due processi:
- il riassorbimento, ossia la distruzione delle cellule ormai vecchie;
- la deposizione delle cellule ossee nuove.
Con l’avanzare dell’età il processo di deposizione diventa gradualmente meno efficace e non riesce più a compensare il riassorbimento, che in questo modo comincia a danneggiare la struttura delle ossa.
L’invecchiamento, inoltre, comporta anche una diminuzione nella produzione di testosterone negli uomini ed estrogeni nelle donne, due ormoni le cui funzioni comprendono il mantenere in buona salute l’apparato scheletrico.
Oltre all’invecchiamento, anche altri fattori possono causare l’insorgere dell’osteoporosi. Gli esperti dividono questi fattori in modificabili e non modificabili.
Fattori modificabili responsabili dell'osteoporosi
I fattori modificabili comprendono abitudini malsane, carenze vitaminiche e uso di farmaci che potrebbero danneggiare il tessuto osseo.
Tra questi troviamo:
- carenza di vitamine D, C, K o di vitamine del gruppo B;
- carenza di proteine;
- carenza di minerali essenziali;
- scarsa assunzione di calcio;
- peso corporeo troppo basso;
- anoressia nervosa;
- fumo di sigaretta;
- abuso di alcool;
- uso prolungato di cortisonici, antitrombotici, anticoagulanti o farmaci contro l’HIV;
- vita sedentaria con assenza di attività fisica;
- trattamenti radioterapici prolungati;
- uso prolungato di farmaci chemioterapici;
- neoplasie al midollo;
- algodistrofia;
- ipogonadismo.
Fattori non modificabili
I fattori non modificabili includono elementi genetici o le condizioni e le malattie per le quali non esiste ancora una soluzione, come:
- la vecchiaia e, nelle donne, il sopraggiungere della menopausa;
- carenza ormonale;
- anomalie genetiche;
- malattie ereditarie;
- patologie croniche e progressive;
- appartenenza all’etnia caucasica o asiatica.
Quali sono i sintomi dell'osteoporosi?
L’osteoporosi è una malattia subdola: i 2/3 dei malati non manifestano alcun sintomo.
La riduzione della densità minerale delle ossa è indolore e non presenta alcuna caratteristica visibile.
Dopo le prime fratture, che possono essere causate anche da traumi di lieve entità, ha inizio il dolore alle ossa e ai muscoli.
Può essere avvertito alla schiena, al bacino o nelle aree vicine alla frattura. Si tratta di un dolore acuto, il più delle volte molto forte, che peggiora con il tempo e si aggrava in seguito a sforzi fisici.
Un’osteoporosi avanzata può causare un’alta probabilità di frattura del polso, del femore o un crollo vertebrale, in seguito al quale la colonna vertebrale si comprime e assume una curva innaturale.
A causa degli squilibri nel processo di ricostruzione ossea causato dalla malattia, alcune fratture non riescono a guarire naturalmente e necessitano di intervento chirurgico.
Soprattutto nelle persone anziane, le fratture agli arti inferiori, impedendo la deambulazione, possono abbassare notevolmente la qualità della vita fino a causare la morte del malato.
Chi colpisce l'osteoporosi?
L’osteoporosi è la malattia dell’apparato osseo più diffusa.
In Italia sono 5 milioni le persone che ne soffrono. Nell’80% dei casi di osteoporosi si tratta di donne in menopausa, una percentuale decisamente molto alta!
L’osteoporosi primaria colpisce maggiormente i soggetti compresi tra i 50 e i 75 anni, mentre quella secondaria può manifestarsi a qualsiasi età.
Generalmente, la probabilità di essere affetti da questa malattia aumenta progressivamente con l’aumentare dell’età.
Sembrerebbe esserci una correlazione anche con l’etnia di appartenenza: è stato rilevato un maggior numero di casi nelle etnie caucasiche e asiatiche.
Come bloccare l'osteoporosi
A oggi non esiste una cura per l’osteoporosi, ma uno stile di vita sano e l’assunzione di farmaci specifici possono bloccare l’aggravarsi della malattia.
La terapia cambia in base alle caratteristiche del malato, ma generalmente prevede l’uso di integratori alimentari, l’attività fisica, l’eliminazione di abitudini poco sane e, se il rischio di frattura è elevato, l’assunzione di farmaci antiriassorbitivi.
Lo scopo della terapia è quello di prevenire la perdita del volume di massa ossea, talvolta può anche portare a un suo incremento.
L’attività fisica è sempre inclusa, perché fondamentale nello stimolare la deposizione ossea. Tra questi troviamo:
- Esercizi fisici di carico, come la corsa leggera, la marcia o l’aerobica;
- Esercizi fisici di resistenza, realizzati con pesi o elastici, il cui scopo è rafforzare la muscolatura;
- Esercizi di equilibrio, il cui scopo è migliorare l’equilibrio del malato.
Per quanto riguarda la dieta, l’obiettivo dev’essere integrare un’adeguata quantità di calcio, vitamina D, vitamine del gruppo B, magnesio e micro-elementi.
Nota bene: l’esposizione alla luce solare è fondamentale per attivare il processo che permette di attivare la sintesi della vitamina D!
Nel caso la dieta non basti, gli specialisti potrebbero consigliare l’uso di integratori alimentari.
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Infine, se la densità ossea è stata pesantemente danneggiata e il rischio di frattura è elevato, il medico potrebbe prescrivere dei farmaci antiriassorbitivi, ossia farmaci in grado di diminuire o bloccare l’erosione del tessuto osseo.
In conclusione...
L’osteoporosi è una malattia che può peggiorare drasticamente la qualità della vita di chi ne soffre e, nei casi più gravi, provocare la morte.
È una malattia prevalentemente asintomatica, ma un primo campanello d’allarme è dato da un forte dolore in seguito a traumi di lieve entità.
In questo articolo hai potuto scoprire come combattere l’osteoporosi: uno stile di vita sano affiancato da attività fisica e una dieta specifica può diminuire o, addirittura, fermare la degradazione del tessuto osseo.
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Dott. Giancarlo Nazzi
Laureato in Farmacia con formazione plurisettoriale ed esperienze professionali in veste di Informatore Medico-Scientifico del Farmaco e ricerche di mercato a Monza.