Microbiota intestinale, perchè è importante per la salute

Articolo aggiornato il 24 Aprile 2024

Considerato uno dei presupposti fondamentali per il benessere dell’organismo, anche per i suoi rapporti con il sistema immunitario, il microbiota intestinale è costituito da un insieme di microrganismi di vario genere in grado di colonizzare le pareti dell’intestino.

Si tratta di oltre 500 specie di differenti batteri, oltre a un certo numero di virus e di miceti, che vivono normalmente nel corpo umano contribuendo a contrastare l’ingresso e la replicazione dei germi patogeni.

Il microbioma intestinale, invece, comprende il patrimonio genetico del microbiota.

Indice dei Contenuti

Che cos'é il microbiota intestinale

Esistono batteri utili e batteri dannosi per l’uomo: i primi fanno parte del microbiota, mentre i secondi sono quelli infettanti.

È ormai assodato che sussiste uno stretto rapporto tra microbiota intestinale e sistema immunitario, poiché i microrganismi che vivono sulle pareti del canale alimentare creano una vera e propria barriera contro gli agenti patogeni infettanti e responsabili dell’insorgenza di vari disturbi.

Per mantenere un’ottima salute intestinale, questi organismi unicellulari riescono anche a sintetizzare vitamine spesso carenti nel regime nutritivo, consentendo in tal modo agli enterociti di svolgere al meglio le loro funzioni assimilative.

Secondo numerose ricerche scientifiche, è stata confermata la presenza di un asse intestino-cervello, secondo cui la buona salute del primo incide favorevolmente anche sul benessere del secondo, migliorando il tono dell’umore.

I metaboliti prodotti dal microbiota svolgono quindi un’attività salutare a livello del sistema nervoso centrale, minimizzando le conseguenze dovute agli agenti stressogeni.

Microbiota intestinale e sistema immunitario

Un fisiologico metabolismo del microbiota influenza le risposte immunitarie dell’organismo nei confronti dell’attacco di germi patogeni.

La flora batterica intestinale, localizzata principalmente nel colon, contribuisce allo sviluppo del sistema immunitario fin dalla nascita, dato che sintetizza molecole in grado di regolare la produzione anticorpale.

Molti studi clinici hanno dimostrato che le strutture del sistema immunitario non si sviluppano adeguatamente senza l’influenza benefica della flora batterica intestinale.

In particolare le placche di Peyer, che sono formazioni immunitarie presenti sulla parete intestinale, svolgono la loro funzione in simbiosi col microbiota. Anche la produzione degli anticorpi IgA e le prestazioni di milza e linfonodi sono strettamente collegati ad esso.

Tale rapporto dipende dal fatto che la mucosa intestinale è la più vasta superficie di tutto l’organismo, pertanto il contatto tra antigeni e anticorpi può avvenire su ampie estensioni.

È stato inoltre confermato un collegamento tra alcune patologie autoimmuni e forme di disbiosi intestinali derivanti da alterazioni funzionali del microbiota.

Microbiota ideale

Il microbiota intestinale ideale non può esistere perché viene fortemente condizionato dalle caratteristiche specifiche di ogni individuo come la sua età, i suoi geni, la sua alimentazione e il suo stile di vita.

Non può quindi esser identificato un microbiota uguale per tutti perché dipende da caso a caso. Il microbiota perfetto per un individuo potrebbe non essere quello adatto per un altro.

Motivo per cui, anche nella scelta della giusta alimentazione è necessario analizzare il singolo soggetto, valutare lo stato di salute della sua popolazione microbica e trovare il modo migliore per stabilizzarlo.

Visto che non esiste un microbiota ideale, i ricercatori misurano il suo stato di equilibrio studiando il rapporto tra specie “buone” e “cattive”, diversità delle specie e numero dei microrganismi.

I fattori che condizionano il microbiota intestinale

Come abbiamo accennato prima, il microbiota intestinale è individuale e viene condizionato da diversi fattori propri del soggetto. Il primo è l’età.

Infatti, il microbiota cambia a seconda della fase di vita che l’organismo attraversa.

Appena nati il microbiota è formato da pochi microrganismi ereditati dalla madre con il parto. 

Inizia poi a cambiare, influenzato dagli agenti esterni quali alimentazione e farmaci. Si arricchisce, aiuta a digerire il latte e a stimolare il sistema immunitario che deve ancora completamente svilupparsi.

L’allattamento e lo svezzamento portano ad aumentare il numero di microbioti.

Questo processo continua e la popolazione microbica si sviluppa fino ai 2-3 anni.

A questo punto comincia un’evoluzione che porta il microbiota a sviluppare una struttura più complessa. Iniziano a formarsi un numero sempre maggiore di microrganismi che coesistono. 

In questa fase la popolazione microbica comincia ad assomigliare sempre di più a quella di un adulto.

Il soggetto continua a crescere e il microbiota raggiunge un equilibrio. 

Poi inizia il processo di invecchiamento e i microbioti cominciano a diminuire.

Una possibile causa è il cambiamento delle abitudini, dello stile di vita e dell’alimentazione. Generalmente gli anziani hanno meno appetito, prendono farmaci, sono meno attivi e fanno sempre più fatica a masticare.

Ma l’età non è l’unico fattore da tenere in considerazione. 

Un elemento che condiziona il microbiota è il tipo di parto, infatti se esso è cesareo o naturale porta a dei cambiamenti.

Anche i geni contano, il tipo di allattamento ricevuto nei primi mesi di vita e il luogo in cui ci si stabilisce.

Lo stress, l’uso di particolari farmaci, le infezioni e le allergie sono altri fattori a cui prestare attenzione.Infine, il microbiota intestinale è fortemente condizionato dallo stile di vita, se è più sedentario o se si svolge attività fisica, dalle abitudini e anche dall’alimentazione

Microbiota e dieta

Esiste uno stretto rapporto tra microbiota e dieta, in quanto l’assunzione di particolari alimenti favorisce lo sviluppo della flora batterica intestinale.

dieta mediterranea

La dieta mediterranea, preferibilmente vegetariana, contribuisce a limitare l’insorgenza di alcune patologie infiammatorie enteriche come il morbo di Crohn, la sindrome del colon irritabile e la rettocolite ulcerosa.

Basandosi su evidenze cliniche, numerosi ricercatori hanno confermato che l’alimentazione ideale per proteggere l’apparato digerente prevede il consumo di cereali integrali, pesce, legumi e frutta secca, cibi che limitano la presenza di batteri aerobi (dannosi) e aumentano quella di molecole benefiche.

Il consumo ricorrente di carne rossa, zuccheri raffinati, alimenti troppo conditi e acidi grassi saturi predispone alla comparsa di disbiosi intestinale.

Per migliorare le funzioni del microbiota, cosa mangiare è un presupposto di estrema rilevanza che ha lo scopo di evitare:

  • il sovrappeso
  • numerose patologie cardiovascolari
  • malattie autoimmuni 
  • disturbi allergici.

Sintomi del microbiota alterato

Quando il microbiota entra in uno stato di squilibrio o alterazione, si possono notare diversi sintomi.

Un segnale che il corpo potrebbe inviare è l’aumento della sensibilità alimentare. Accade quando il sistema immunitario reagisce in modo avverso ad alimenti innocui che in condizioni di equilibrio interno non provocherebbero alcun problema.

In alcuni casi può anche portare a un’infiammazione cronica.

Ci sono poi i disordini digestivi, quali diarrea, stitichezza, flatulenza o gonfiore addominale. Questo avviene perché l’organismo potrebbe presentare più difficoltà nel digerire e assorbire i vari nutrienti.

Visto che il microbiota è collegato al sistema immunitario, inevitabilmente se si verificano squilibri nel primo ci sono ripercussioni anche sul secondo. 

Le difese del corpo si indeboliscono e diventano meno efficienti. Aumenta così il rischio di sviluppare malattie o infezioni.

Infine, si potrebbero sentire anche un senso di affaticamento e un cambio nell’umore.

Prima abbiamo parlato dell’asse intestino-cervello e di come il microbiota condizioni il nostro benessere. Di conseguenza, un popolazione microbica alterata porta a un peggioramento dell’umore e potrebbe aumentare l’ansia e lo stress.

Se si osservano questi sintomi, è consigliato rivolgersi a un medico per fare i dovuti accertamenti, individuare la causa e adottare i giusti rimedi per migliorare lo stato di salute del microbiota intestinale.

Disbiosi intestinale che cos'è

Cos’è la disbiosi intestinale?

In termini clinici, questo disturbo si identifica come una generica alterazione della flora batterica intestinale e in particolare dei microrganismi localizzati a livello di colon e crasso.

Il microbiota, che è costituito principalmente da batteri simbionti capaci di ostacolare la proliferazione dei germi patogeni, garantisce un corretto funzionamento della mucosa intestinale per quanto riguarda sia i processi digestivi sia quelli assimilativi.

I principali sintomi della disbiosi intestinale sono alterazioni dell’alvo (alternanza di stipsi e diarrea), insorgenza di meteorismo e flatulenza, crampi addominali, disappetenza, dispepsia.

Per evitare simili disturbi è utile sapere come funziona il microbiota intestinale, la cui attività viene massimizzata da un corretto regime dietetico e dall’impiego di probiotici.

Sintomi e cura della disbiosi intestinale dipendono da una corretta diagnosi, che di solito richiede alcune analisi specifiche come l’esame delle feci e l’esame del microbiota.

La flora batterica intestinale è costituita da un insieme di microrganismi che varia da soggetto a soggetto, dato che singoli individui selezionano personalmente le specie batteriche che colonizzano la mucosa intestinale.

Il microbiota infatti vive sfruttando i residui alimentari non assorbiti, per questo motivo è basilare evitare additivi, conservanti, coloranti, alimenti pronti e non freschi.

Anche l’impiego di terapie farmacologiche prolungate con antibiotici, antiacidi, lassativi e inibitori della pompa protonica può rivelarsi dannoso.

Disbiosi intestinale sintomi e cura

I sintomi più comuni della disbiosi intestinale si traducono in:

  • difficoltà digestive
  • gonfiore addominale
  • flatulenza
  • stitichezza alternata a episodi diarroici
  • steatorrea
  • nausea e raramente vomito

Tali manifestazioni, che dipendono da un’alterata funzionalità della flora batterica intestinale, possono essere provocate da alterazioni dietetiche oppure da squilibri derivanti da terapie farmacologiche.

Per controllare simili disturbi è importante conoscere le funzioni del microbiota intestinale e come migliorarlo, ponendo particolare attenzione ai cibi e rendendo favorevole l’ambiente dove i microrganismi si moltiplicano.

Un corretto approccio per la cura della disbiosi intestinale prevede quindi:

  • corrette abitudini alimentari 
  • l’assunzione di probiotici

Per indagare sull’eventuale presenza di questo disturbo, di solito si fa ricorso al breath test, alla coprocoltura e all’indagine del pH fecale.

La disbiosi può essere di tipo putrefattivo (derivante da una dieta ricca di grassi animali), oppure fermentativa (collegata a una dieta ricca di zuccheri).

È sempre consigliabile l’impiego di integratori probiotici, microrganismi capaci di superare la barriera gastrica e di arrivare vivi nell’intestino.

In caso di disbiosi intestinale, quali probiotici impiegare è molto importante per risolvere velocemente il problema: nella maggior parte dei casi vengono utilizzati i lattobacilli.

Conclusioni

Una dieta bilanciata, uno stile di vita sano e salubre e un’adeguata funzionalità della flora batterica intestinale sono i mezzi più efficaci per garantire benessere all’organismo.

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Dott. Giancarlo Nazzi

Laureato in Farmacia con formazione plurisettoriale ed esperienze professionali in veste di Informatore Medico-Scientifico del Farmaco e ricerche di mercato a Monza.

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